PUOI ESSERE SANTO #lìdovesei

Itinerario pedagogico-spirituale per l’anno scolastico 2019-2020

«Come si fa per arrivare ad essere un buon cristiano? La risposta è molto semplice: è necessario fare, ognuno a suo modo, quello che dice Gesù nel discorso della Beatitudini» (Guadete et exultate, n. 63)

Con il motto “Puoi essere Santo #lìdovesei” viene ben sintetizzato l’itinerario educativo-pastorale proposto dalla famiglia salesiana per l’anno 2019/2020.
Come facilmente intuibile da questa frase suggestiva, tema centrale è proprio la santità vista come dono, chiamata, compito non riservato a predestinati o a eroi, ma rivolto a tutti, in risposta ad un dono di Dio che si costituisce giorno per giorno, attraverso percorsi tortuosi, fallimenti e continue riprese.
Al termine della tradizionale S. Messa di inizio anno del 2 ottobre, presieduta da Fabio Maistro Sdb, ci siamo raccolti tutti in salone e attraverso la visione di un video, con protagonisti due simpatici angeli, è stata presentata ai bambini la proposta pastorale.
I nostri nuovi amici Angelo e Custode torneranno a trovarci ogni mese ed in modo simpatico ci faranno conoscere la storia di un giovane Santo, che nella semplicità delle soddisfazioni e delle fatiche quotidiane, ha saputo costruire il proprio percorso verso la santità. La scelta di portare come esempio la giovinezza e l’entusiasmo limpido di figure come queste ha come obiettivo primario far cogliere ai nostri piccoli alunni che, anche attraversando situazioni non semplici né facili, la Grazia di Dio opera per la paziente costruzione di un progetto “che sa di Cielo”. 
A guidarci in questo mese di ottobre sarà la figura di Chiara Luce Badano, la vita della quale, nella sua brevità, ha saputo racchiudere in sè un pezzo di paradiso: vi invitiamo a farvi raccontare dai vostri figli i semplici momenti dell’infanzia e dell’adolescenza della piccola Chiara, che ha saputo rendere tutto ciò un vero capolavoro.
Dopo questo primo momento introduttivo, l’itinerario ha assunto nel quotidiano una dimensione “di classe”: le insegnanti, infatti, hanno iniziato a guidare i bambini a riflettere sul tema del mese durante il Buongiorno mattutino. Naturalmente, ogni periodo sarà caratterizzato da una specifica tematica, da una bella “abitudine” da sperimentare e far diventare propria, per un autentico cammino di amicizia con Gesù
Per  il mese di ottobre, ad esempio, una volta alla settimana le insegnanti proporranno  ai bambini di scrivere una preghiera di Lode a Dio. Si inviteranno poi i bambini a trovare un momento, durante l’intervallo, per andare a pregare insieme a qualche amico, condividendo la propria preghiera scritta davanti alla grotta di Maria, alla statua di Don Bosco o nella chiesa della parrocchia di Guarda. Le preghiere personali condivise, potranno poi essere attaccate su un cartellone colorato presente nei corridoi delle aule, come segno visibile di una maturata capacità di dire Grazie insieme!
Buon cammino a tutti! 

Chiara Luce Badano

Due voci dal Comitato AGeSC

AGeSC A SOSTEGNO DELLA DISABILITÀ

Quest’anno l’Associazione Genitori Scuole Cattoliche sarà impegnata in un nuovo progetto rivolto ai soggetti più deboli che partecipano al mondo della scuola. In particolare, si vuole portare l’attenzione ai ragazzi portatori di disabilità. Questi ragazzi, le loro famiglie e le scuole, sono costretti a fare un grande sforzo per potersi inserire nell’attuale tessuto scolastico. Infatti, a partire dalla ricerca personale formato, fino agli adeguamenti strutturali degli edifici, le scuole non sempre  sono accompagnate e sostenute in modo adeguato per offrire questo importante sostegno educativo.
AGeSC, come Associazione Genitori Scuole Cattoliche, fin dal 1975 porta avanti i valori della libertà di scelta educativa dei genitori per i propri figli e porta sempre viva l’attenzione della necessità della parità di trattamento delle scuole paritarie (private, ma che svolgono un servizio pubblico), affinché la scelta della scuola per i propri figli non sia dettata dalla possibilità o meno di sostenere una retta.
La scuola, proprio perché deve rapportare l’azione educativa alle potenzialità di ogni allievo, è la struttura più adeguata per far superare le condizioni di emarginazione in cui altrimenti sarebbero condannati i bambini portatori di disabilità. Quest’istituzione deve essere rimanere uno strumento inclusivo e attenta ai bisogni educativi speciali.
Per fare tutto ciò, AGeSC per questo anno scolastico 2019/2020, ha scelto un partner come Avvenire per farsi promotore di un progetto di sostegno economico alla delicata questione ragazzo‐scuola‐famiglia. Il progetto prevede di associare ad ogni iscritto un piccolo contributo di Avvenire, che verrà versato su un fondo. Al termine dell’anno, quanto accumulato sarà usato per coprire le spese economiche di una famiglia che vive questa particolare condizione.

Quello che puoi fare tu è iscriverti subito ad AGeSC e seguire le semplici istruzioni riportate nel modulo di iscrizione.

Educare è un compito difficile, ma anche entusiasmante. Essere sostenuto e dare sostegno è un diritto e un dovere.

Anna Damian, Comitato AGeSC, mamma di Martina, classe 3^A

SE PUOI FARE DEL BENE…FALLO!

Questa sera è davvero tardi. Giornata intensa, piena di cose da fare in famiglia, con i bimbi, al lavoro… ma dedico comunque 10 minuti di “oggi” alla scuola, all’AGeSC.
Questa scuola mi ha insegnato che essere un bravo genitore non vuol dire occuparsi solo dei propri figli e della propria famiglia, ma occuparsi delle famiglie condividendo e confrontandosi con il mondo esterno, cercando di aiutare il prossimo. Fare del bene non è difficile. Non servono grandi opere, ma piccoli gesti, piccoli momenti, ogni giorno, con perseveranza, per raccogliere il bene. Lo stesso che doniamo…poi ritorna a noi!
Non serve gridare il proprio nome, mettere le etichette ad ogni cosa, trovare sempre una ragione a quello che sta succedendo…i risultati dei nostri sforzi arrivano, anche quando non ce li aspettiamo!
Leggevo in questi giorni uno slogan divulgato da Claudio Bisio: “Se puoi fare del bene e non lo fai sei proprio uno scemo”. Questo significa per me AGeSC.
Non riesco ad essere presente sempre, non riesco a fare sempre quello che ho in mente, ma dove non riesco so che c’è sempre qualcun altro pronto ad aiutare!
Spero davvero che anche quest’ anno ci sia la dimostrazione che il gruppo genitori c’è, è presente!
Lo definisco sempre sorridendo “un motore che funziona da solo”…perché siamo in tanti, tantissimi a dare una mano, in tanti modi.
Anche “il poco” di ognuno di noi, può fare davvero tanto per la nostra scuola, per i nostri figli.
Invito davvero tutte le mamme e papà a spalancare le porte della scuola in ogni momento, non solo quando ci sono le feste ma anche quando si hanno dei dubbi, delle paure, delle domande.

La Scuola, la Comunità, le famiglie ci sono!

Jessika Guidolin, Vicepresidente AGeSC, mamma di Mattia, classe 3^A

La parola ai genitori: il primo giorno di scuola!

Dopo un’estate lunghissima, colma di preparativi, sogni ed emozioni…Ecco che il primo giorno accoglienza dei nostri bambini presso la loro “nuova grande famiglia” è arrivato.
Ad aspettarli in salone i maestri, Suor Serena e Suor Deborah, più allegri e cordiali che mai.
Piccoli alunni che stringevano forte le mani dei genitori, a loro volta emozionati: loro sono il senso di un’avventura che comincia per tutti, loro i nuovi bambini da scoprire e da accompagnare mano nella mano in questo percorso di crescita.
Sono bastati pochi minuti per percepire che quello che riceveranno, non sarà solo un percorso formativo ma entreranno a far parte di une vera e propria grande famiglia, in cui l’unione fa la forza e dove qualsiasi ostacolo sarà affrontato con amore e collaborazione, proprio perché “per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”.
Trascorse le giornate di accoglienza all’insegna di giochi e spensieratezza, ecco che arriva il grande giorno.

Marika, mamma di Maria Vittoria, scrive: «il Primo giorno di scuola è stato per noi genitori un miscuglio di emozioni, orgoglio, terrore, soddisfazione, tristezza e felicità. Sì, perché passi la vita cercando di rendere i tuoi figli autonomi, di farli alzare da terra…sei sempre al loro fianco, rappezzi, aggiusti, insegni. Giorno dopo giorno però, vedi che ti sfuggono di mano, che si allontanano e ti rendi conto che quella bella creatura, prima o poi, sarà libera. Ecco, il primo giorno di scuola è stato l’aver realizzato che la nostra cucciola ha fatto un altro passo verso la sua indipendenza e maturità».

Diana, mamma di Ian, scrive: «Viso impaurito, sguardo nel vuoto, pensiero fisso verso di me e ore a chiedere del mio arrivo…Giorno dopo giorno lo sguardo si è acceso, gli occhi si sono illuminati, tanti giochi sono stati inventati. Tanti amici hai trovato, mille sorrisi sgargianti hanno sostituito le lacrime sul tuo viso. Al mattino un bacetto, mi saluti e a capofitto ti immergi nei giochi. Ti auguro ogni bene e ti prometto di rimanere al tuo fianco: che i tuoi sogni possano avere ali grandi. Buon inizio di una bella e nuova avventura».

Alessandro, papà di Matteo, scrive: «Trenta passi, trenta passi sono quelli che facciamo insieme tutte le mattine, quando ti accompagno dall’auto al cortile della scuola. E in quei trenta passi, mentre ti tengo per mano, ti accarezzo, ti scompiglio i capelli o ti prendo un po’ in giro, ti osservo mentre inizi ad affrontare da solo il mondo. Ripenso a tutta la mia nuova vita con te finora, a tutti i miei sogni e speranze e ti lascio la mano e ti lascio andare…ti lascio all’inizio della tua vita, ai tuoi sogni e alle tue speranze, solo tuoi. Un inizio fatto di sorrisi, curiosità e stupore che spero ti accompagnino sempre».

E con le parole di questi genitori, auguriamo a tutti i bimbi di classe prima un buon inizio, con spensieratezza e felicità.

Agustina, mamma di Vittorio, classe1^A, e di Edoardo, classe 2^A
Marika, mamma di Maria Vittoria, classe 1^A
Diana, mamma di Ian, classe 1^A
Alessandro, papà di Matteo, classe 1^A

#IOLEGGOPERCHÈ

Più di 10 mila scuole iscritte per l’edizione 2019…e quest’anno CI SIAMO ANCHE NOI!
Sì, perché Istituto Maria Ausiliatrice crede fortemente nel valore della lettura, nelle emozioni potenti, nella conoscenza fine che può scaturire dalla lettura di un libro.
Per questo motivo, cari genitori, nonni, parenti e amici tutti, chiediamo il vostro contributo per arricchire, grazie a questo progetto nazionale, anche la nostra piccola biblioteca scolastica.
È tutto molto semplice: basterà recarsi, tra il 19 e il 27 ottobre, in una delle librerie gemellate con la nostra scuola (Libreria Logos e Libreria Zanetti, entrambe a Montebelluna) ed acquistare un libro da donare all’Istituto Maria Ausiliatrice, con la possibilità di lasciare anche una breve dedica al suo interno. Al termine dell’iniziativa, tutti i libri donati troveranno collocazione nella nostra biblioteca e saranno a disposizione delle classi, per permetterci di educarle quotidianamente al piacere della lettura, alla gioia della scoperta di nuove storie.

E se non siete ancora convinti, provate a leggere queste “20 ragioni per regalare un libro a un bambino” e correte in libreria!

  1. Perché, se è piccolo, diventi grande e, se è grande, torni piccolo.
  2. Perché un libro è leggero, anche se pesa.
  3. Perché un libro è la prova dell’esistenza dell’invisibile
  4. Perché degli ignoranti non se ne può più.
  5. Per divertirlo, come ti sei divertito tu.
  6. Perché se hai azzeccato la scelta, ti ricorderà per tutta la vita, te e il libro.
  7. Per spiazzarlo!
  8. Perché poi te ne regalerà uno lui, bellissimo.
  9. Per fare un dispetto a chi sogna un paese di analfabeti.
  10. Per dirgli che con le parole può fare un sacco di cose interessanti.
  11. Perché in una pagina non c’è tutto quello che c’è fra la terra e il cielo, ma abbastanza da non perdere la speranza
  12. Perché se non sai fare i pacchetti, è la cosa più facile da incartare.
  13. Perché i libri si regalano solo a quelli in cui si ha fiducia.
  14. Perché se legge un libro, poi può leggere una nuvola, un gatto, un albero, una persona
  15. Per regalargli un momento di silenzio, dentro e fuori di lui.
  16. Per fargli frequentare esseri e cose che non avrà mai la possibilità di incontrare di persona
  17. Perché cos’altro regalare a chi capisce e vede tutto?
  18. Perché ha la capacità di trasformare il piombo in oro.
  19. Perché gli vuoi troppo bene per regalargli qualsiasi altra cosa.
  20. Perché hai pochi soldi, e vuoi fargli un regalo bellissimo.

Zoboli, Sagramola. 20 buone ragione per regalare un libro a un bambino  (Topipittori, 2015)

“I speak English!” – Per una scuola che si apre al mondo

“I confini della mia lingua sono i confini del mio mondo”

(L. Wittengstein)


“Come un falco non vola alto con una sola ala, così l’uomo non raggiunge l’eccellenza con una sola lingua”

(R. Ascham)

In questo 21° secolo, da cui arriva sempre un più forte e deciso richiamo alla connessione tra culture e tra realtà linguistiche, abbiamo percepito la necessità di rendere i nostri alunni ancor più solidi e competenti nel divenire cittadini globali!, aprendo loro le porte verso nuovi mondi. 
E a questo scopo, quale veicolo migliore dell’inglese, riconosciuto a livello mondiale come veicolo essenziale di informazioni e conoscenza?
Nasce così il progetto “I speak English”, destinato a tutti gli alunni della Scuola con l’obiettivo primario di rafforzare e sostenere, con modalità complementari a quelle realizzate dalla didattica curricolare, l’acquisizione della lingua anglosassone.
Il progetto della durata di 7 mesi (da ottobre a dicembre e da febbraio a maggio), che si svilupperà  settimanalmente nelle ore “opzionali” pomeridiane, permetterà a piccoli e grandi di esplorare, in chiave ludica ed accattivante, alcuni stati internazionali con le loro tradizioni e peculiarità; a simboleggiare l’inizio di questo viaggio l’attività di costruzione di un “personal passport”, realizzato da tutti i bambini durante i primi incontri.
Elemento centrale e di cui possiamo fregiarci nell’attivazione di questo percorso è la collaborazione con Oxford School di Montebelluna che sin dai primi contatti si è resa ampiamente disponibile a condividere obiettivi, contenuti e tematiche, dando la possibilità ai nostri alunni di confrontarsi con madrelingua esperti nel campo dell’insegnamento a non anglofoni. Questo contributo esterno ci inserisce ancor più in una rete territoriale che negli anni stiamo ampliando ed arricchendo, una rete volta ad intercettare le opportunità e le risorse che il territorio montebellunese possiede.
Un augurio, quindi, a tutti gli alunni della nostra Scuola affinché possano cogliere il meglio da questa novità, allargando così i confini del loro piccolo grande mondo.

Fortezze ma non di pietra

C’era una volta un sovrano potente. Sapeva che il numero dei giorni che gli restavano da vivere diminuiva inesorabilmente. Che cosa sarebbe diventato il suo bel impero, quando sarebbe stato costretto ad abbandonarlo con tutti i nemici che lo circondavano da ogni lato? Che avrebbe potuto fare il giovane principe, quel figlio troppo giovane e inesperto che il sovrano aveva avuto, ahimè, in tarda età? Dove poteva rifugiarsi? Chi lo avrebbe protetto?
Questi pensieri tormentavano il vecchio re, tanto che un giorno disse al principe: «Figlio mio, io non regnerò più per molto tempo e ignoro ciò che accadrà dopo la mia morte. Ci sono molti nemici intorno al trono. Ho tanta paura per l’impero che ho costruito e anche per te. Morirei tranquillo se sapessi che hai un rifugio sicuro che ti protegga in caso di pericolo. Per questo ti consiglio di andare per il regno e di costruire fortezze in tutti gli angoli possibili, per tutti i confini del paese».
Obbediente, il giovane si mise immediatamente in cammino. Percorse tutto il Paese, per monti e per valli, e dove trovava il posto conveniente, faceva costruire grandi fortezze solide e imponenti. Le fortezze sorsero nelle profondità delle foreste, nelle valli più nascoste, sulla sommità delle colline, nei deserti, in riva ai fiumi e sui fianchi delle montagne. Questo costò molto denaro, ma il principe non badava a spese: erano in gioco la sua vita e il suo trono.
Dopo un certo tempo, il giovane ritornò nel palazzo del re suo padre. Stanco, dimagrito, ma soddisfatto d’aver portato a termine il compito, corse a presentarsi dal padre.
«Ebbene, figlio mio, com’è andata? Hai fatto ciò che io ti avevo detto?” gli domandò il re.
«Sì, padre», rispose il principe. «In tutto il paese si innalzano fortezze imprendibili: nei deserti, sulle montagne, nel profondo delle foreste».
Ma il vecchio re, il più potente che la storia abbia mai conosciuto, invece di congratularsi con il figlio per tutti i suoi sforzi, scuoteva la testa come in preda ad un forte dispiacere.
«Non è questo, figlio mio, che avevo in mente io. Devi tornare indietro e ricominciare», disse. «Le fortezze che tu hai costruito non ti proteggeranno assolutamente in caso di pericolo: tu sarai solo e non per quei muri e quelle pietre potrai sfuggire alle imboscate e alle trappole dei tuoi nemici. Tu devi costruirti dei rifugi nel cuore delle persone oneste e buone. Devi cercare queste persone, e guadagnarti la loro amicizia: soltanto allora saprai dove rifugiarti nei momenti difficili. Là dove un uomo ha un amico sincero, là trova un tetto sotto cui ripararsi».
Il principe si rimise in cammino. Non più per i deserti, i dirupi, le foreste selvagge, ma per andare verso la gente, tra loro, per costruire dei rifugi come immaginava suo padre, il vecchio re pieno di saggezza. E questo richiese molti più sforzi e fatiche. Ma il principe non li rimpianse mai. Perché, quando dopo un certo tempo il vecchio sovrano si spense e lasciò questo mondo, il principe non aveva più nessun nemico da temere.

(Bruno Ferrero, A volte basta un raggio di sole)

Il saluto della Direttrice

Carissimi bambini, ragazzi, genitori, parenti, amici…
sono felice di raggiungervi, a nome di tutte le suore della nostra Comunità, per far arrivare un caro saluto in ciascuna delle vostre famiglie!! Un nuovo anno scolastico è iniziato, ricco di esperienze, di iniziative, di attività, ma soprattutto ricco di incontri, di relazioni…insomma, di “fortezze” da costruire!
Mi piace pensare che siano il tesoro più prezioso che noi adulti dobbiamo impegnarci a creare e custodire per la felicità e il bene dei nostri bambini e ragazzi… per insegnar loro a fare altrettanto.
Mi piace pensare che la nostra Scuola possa diventare un “laboratorio di umanità”, un luogo dove assieme alle materie scolastiche più classiche, si possa imparare anche a coltivare quella delicata arte che è il “vivere insieme”, bambini, ragazzi, insegnanti, genitori, amici…
Ci auguriamo di essere gli uni per gli altri “rifugio sicuro” in mezzo agli inevitabili scossoni della vita, capaci di aprirci all’altro senza paura, ma con il gusto di costruire insieme “fortezze” su cui poter contare sempre.
Sentitevi sempre ricordati e custoditi nei nostri pensieri e nelle nostre preghiere.

Sr Deborah e tutte le suore della Comunità